May 11, 2005
In
altri tempi e, soprattutto in altri luoghi, non avrei esitato a
definire questo scritto eroico, rivoluzionario, rispetto al monologo
dogmatico impostoci dalla cultura cristiana. Tuttavia, gli anni e l'esperienza mi dicono il contrario: mi sbagliavo.
Evola è un satanista. E anche se lui non vuole ammetterlo, del resto
ogni vero satanista, non sa di esserlo, lo è sia per l'estrema
virulenza con cui attacca la figura del Cristo sia in altre sue scelte
concernenti il suo vissuto.
Su una cosa, però, mi sento di ringraziare l'Evola: l'impostazione della
vita come lotta perenne, come ascesi virile ed eroica e non come
passiva rinuncia.
Oggi il Cristiano dorme, si culla su facili certezze, sul fatto che
Satana è una superstizione, che alla fine saremo tutti felici e salvi
dalla dannazione eterna.
Ed ecco che, in tale situazione, l'avversario ha la meglio sulle menti
deboli e prive di fede. Gli strumenti a sua disposizione sono molti ed è
molto difficile resistere.
Eppure il Cristo ci aveva ammonito: "il Regno dei Cieli soffre violenza e i violenti se ne impadroniscono".
Questo monito dovrebbe spingere ogni uomo che si professa cristiano alla guerra.
Certo la guerra di Cristo è molto diversa da quella dell'uomo comune che
sa solo provare odio, rancore e ogni meschinità. La guerra del Cristo è
una guerra silente, non violenta, ma non per questo meno difficile. Vi
siete mai chiesti cosa è più facile? Essere inebriati di paganesimo e
infliggere vergate al Cristo "poverello", o stare dalla parte del figlio
di Dio a ricevere umiliazioni d'ogni tipo, sapendo che sarebbe bastato
un segno per fermare tutto ciò?
Evola dice che "Gesù non è il tipo di Dio..".
Ma di quale Dio parla Evola? Forse Evola si riferisce agli Dei, che come
bimbi capricciosi si facevano guerra l'un l'altro? O forse, molto più
semplicemente, la figura di Dio che aveva in mente l'Evola non era altro
che quella dell'uomo prometeico, dell'uomo che voleva essere Dio,
dell'oltre uomo di nietschiana memoria? Chi ha letto i suoi scritti sa
che tutto gira intorno a questo punto: dimostrare che Gesù di Nazareth
non poteva essere Dio.
Naturalmente, rispondere alle domande dell'Evola sarebbe inutile per un
semplice motivo: Evola è incapace di provare e, soprattutto, donare
amore. Anzi, questo sentimento lo infastidisce, lo rende nervoso e/o
sarcastico a seconda dell'occasione.
La venuta del Cristo segna, indubbiamente, un grande punto a favore
dell'uomo e della sua salvazione, ma il rinunciare alla lotta,
comporterebbe una sconfitta sicura poiché il Drago è stato solo ferito.
Aramis.
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